L’avvocato Emanuele Russo ha recentemente conseguito il Master in “Diritto dei Mercati Agroalimentari” all’Università di Torino. Il 27 maggio 2024, ha discusso la sua tesi sul tema “Blockchain e Trasparenza Alimentare“.
Durante il Master, l’avvocato ha esplorato temi come la legislazione e la prassi giuridica in tema di diritto agrario, la sicurezza alimentare, la produzione e commercializzazione di alimenti e bevande, le politiche di supporto alle imprese agricole PAC 2023-2027 e le dinamiche di concorrenza e proprietà intellettuale.
La sua ricerca si è concentrata in particolare sul possibile impiego della tecnologia blockchain come strumento di supporto per le imprese del settore agricolo. Vediamo di seguito come questo è possibile.
I benefici della trasparenza del mercato
Innanzitutto, per comprendere al meglio le potenzialità dell’uso della blockchain nella filiera agroalimentare, è necessario aprire una breve parentesi sui benefici di un mercato trasparente.
Un mercato trasparente si dimostra infatti più efficiente rispetto a uno dove esistono disuguaglianze informative. La trasparenza garantisce che tutte le parti coinvolte — dai produttori ai consumatori — abbiano un accesso uniforme ed equo a informazioni critiche come la domanda, l’offerta e le pratiche commerciali. Questo aspetto:
- Promuove una competizione leale, spingendo le aziende a competere sulla qualità dei loro prodotti o servizi piuttosto che su tagli dei prezzi, e limita il rischio di monopolio o oligopolio.
- Diminuisce le asimmetrie informative, favorendo così gli investimenti.
- Ottimizza l’allocazione delle risorse, migliorando la comprensione e la chiarezza su costi e opportunità legate a determinate attività economiche.
- Riduce i costi di transazione, compresi quelli di ricerca e negoziazione.
- Accresce la fiducia dei partecipanti, riducendo l’incertezza e i rischi legati agli scambi commerciali.
A partire dagli anni 2000, la normativa ha ampliato l’ambito di applicazione del principio di trasparenza, originariamente previsto per i rapporti tra pubblica amministrazione e privati, estendendolo ai rapporti privati. Questo include il diritto all’informazione del consumatore, come stabilito dall’articolo 169 T.F.U.E e dall’articolo 5, paragrafo 1, del regolamento 178/2002.
Perché dovremmo prestare attenzione ai principi di tracciabilità e rintracciabilità dei prodotti agroalimentari
Il principio di trasparenza è strettamente collegato a quello di tracciabilità e rintracciabilità. Questi termini si riferiscono alla capacità di ricostruire e seguire dettagliatamente il percorso di un prodotto alimentare, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare, o di una sostanza che entrerà in un prodotto alimentare o in un mangime, attraverso tutte le sue fasi: dalla produzione primaria, passando per la lavorazione e la distribuzione, fino alla vendita al consumatore finale, inclusi importazione e stoccaggio. Questo è conforme a quanto descritto dall’articolo 3 del regolamento 178/2002.
Per tracciabilità si intende il percorso che un prodotto idealmente compie dall’individuazione della materia prima, passando per la fase di produzione dello stesso fino alla sua messa in vendita. Ad esempio, per un bene alimentare, con tracciabilità si intende il percorso che parte dalle materie prime utilizzate, opportunamente identificate e mappate, alle fasi della lavorazione, che conducono alla distribuzione del prodotto finito sul mercato.
Il concetto di rintracciabilità indica invece il processo inverso, ossia l’iter che partendo dal prodotto finito risale a tutte le fasi di distribuzione e lavorazione fino all’origine delle materie prime.
L’operatore che è in grado di tracciare e rintracciare un prodotto alimentare lungo la sua filiera può identificare e gestire tempestivamente eventuali anomalie, che possono essere insorte nella supply chain e includere alterazioni, perdite, contraffazioni, o rischi per la salute, intervenendo in modo più veloce ed efficace.
Oltre a questo, la rintracciabilità aggiunge un valore competitivo ulteriore per chi opera nel settore alimentare, permettendo di dimostrare pubblicamente la qualità e l’origine dei prodotti, due fattori che sono strettamente collegati al valore di un marchio. Questo contribuisce a rendere più efficaci anche la gestione e l’organizzazione interna delle aziende.In definitiva, essere in grado di dimostrare in modo affidabile la provenienza e le pratiche sostenibili dei propri prodotti attraverso sistemi di tracciabilità permette alle aziende di promuovere la loro affidabilità e competitività sul mercato, valorizzando la trasparenza come fattore chiave per il loro successo.
Cos’è la blockchain e come può tornarci utile
La blockchain è una tecnologia emersa dopo la crisi economica del 2008, sviluppandosi attraverso il protocollo Bitcoin per rispondere alla crescente sfiducia nei sistemi centralizzati. È importante distinguere tra Bitcoin e blockchain: mentre Bitcoin è una criptovaluta, ovvero un tipo di valuta digitale scambiata su una piattaforma, la blockchain è la tecnologia sottostante su cui avvengono tali transazioni.
In sostanza, la blockchain funziona come un database: un insieme di informazioni digitali conservate in blocchi di dati, ognuno dei quali è collegato al precedente attraverso un’impronta digitale, creando una catena di blocchi.
Questo sistema appartiene alla famiglia delle “tecnologie di registro distribuito” (Distributed Ledger Technology, DLT), come descritto nell’articolo 8-ter del Decreto Legge n. 135/2018. Queste tecnologie utilizzano un registro condiviso, architettonicamente decentralizzato e protetto da crittografia, rendendo i dati contemporaneamente accessibili, non alterabili e verificabili da ogni partecipante. Secondo l’articolo 41 del Regolamento eIDAS, ogni transazione registrata sulla blockchain ottiene una marca temporale, che fornisce a documenti digitali una datazione precisa opponibile a terzi.
Le principali caratteristiche che distinguono la blockchain sono:
- Decentralizzazione: le informazioni sono distribuite su molteplici nodi, garantendo così maggiore sicurezza informatica e resilienza del sistema.
- Disintermediazione: le transazioni possono essere gestite senza la necessità di intermediari, grazie a sistemi che consentono agli utenti di verificare e validare le operazioni attraverso un meccanismo di consenso.
- Trasparenza e verificabilità: tutto ciò che è registrato sulla blockchain è visibile e consultabile da chiunque, garantendo la trasparenza e la possibilità di verifica.
- Immutabilità del Registro: una volta che i dati sono stati inseriti nel registro, non possono essere modificati senza il consenso dell’intera rete.
Applicazioni pratiche della blockchain nella filiera agroalimentare
Le principali applicazioni della tecnologia blockchain nella catena di approvvigionamento includono:
- Gestione sicura dei dati: condivisione sicura di dati tra diverse funzioni aziendali o tra aziende dello stesso gruppo.
- Tracciabilità di prodotti e merci lungo la catena di approvvigionamento: garanzia della trasparenza sull’origine dei beni e certificazione delle varie tappe della filiera.
- Scambio di documenti digitali: gestione elettronica di ordini e Documenti di Trasporto (DdT).
- Automazione del portale fornitori: utilizzo delle Verifiable Credentials (VC) per automatizzare i processi.
- Automazione di contratti e pagamenti: semplificazione delle transazioni lungo la filiera.
Tuttavia, l’adozione della blockchain richiede significativi investimenti iniziali per sviluppare e integrare i sistemi esistenti. Inoltre, la gestione e la manutenzione di questa tecnologia possono essere complesse e necessitare di risorse aggiuntive.
Per ottenere il massimo vantaggio dalla blockchain in ambito agroalimentare, è necessario inoltre che tutti i partecipanti della catena adottino la tecnologia e collaborino per assicurare l’interoperabilità dei sistemi. La mancanza di standardizzazione e di adozione diffusa può infatti rallentare il processo di implementazione.
Inoltre, la blockchain deve essere adeguata alle normative sulla privacy, pur offrendo un alto livello di sicurezza grazie alla sua struttura decentralizzata e alla crittografia.
Nel contesto dell’internazionalizzazione delle PMI italiane, l’Agenzia ICE ha lanciato il progetto TrackIT, volto a favorire e tutelare all’estero il “Made in Italy”. In particolare, il progetto ha l’obiettivo di comunicare in maniera trasparente la storia, l’italianità e la sostenibilità dei prodotti e contrastare al contempo la contraffazione dei prodotti e dei marchi italiani all’estero.
Il progetto TrackIT blockchain offre a 300 aziende italiane dei settori tessile, abbigliamento e agroalimentare un servizio standardizzato di tracciabilità blockchain dei prodotti “Made in Italy“, i cui dettagli sono consultabili sull’apposita pagina web dell’Agenzia ICE.
La partecipazione al progetto è gratuita e aperta fino al 31 dicembre 2024. L’Agenzia ICE si occuperà della copertura dei costi di implementazione della tecnologia blockchain, mentre un fornitore specializzato adatterà il servizio alle specifiche necessità aziendali.
TrackIT blockchain è un “servizio chiavi in mano”. Ogni impresa ha la possibilità di scegliere uno degli otto partner tecnologici che si occuperà di implementare il tracciamento blockchain dei prodotti gestendone ogni aspetto e creando una vetrina digitale sul portale ufficiale del progetto dedicato alla promozione estera.
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